La vitamina C compromette la qualità del sonno: se ti sei mai chiesto se questa affermazione, spesso diffusa e oggetto di discussione, abbia un fondamento scientifico, sei nel posto giusto. La vitamina C, conosciuta anche come acido ascorbico, rappresenta uno dei nutrienti fondamentali per il mantenimento della salute generale. Essendo una vitamina idrosolubile, il nostro organismo non è in grado di produrla autonomamente, motivo per cui è necessario assumerla attraverso la dieta o, se necessario, tramite integratori specifici (è importante ricordare che la vitamina C è sensibile al calore e può deteriorarsi con la cottura). Ma davvero può influire negativamente sulle ore di riposo notturno? Scopriamolo insieme.
La vitamina C rovina la qualità del sonno?
Se stai leggendo queste righe, probabilmente hai sentito dire che la vitamina C potrebbe avere effetti dannosi sulla qualità del sonno, un elemento essenziale per il benessere psicofisico. Questa convinzione affonda le sue radici in una storia che risale agli anni ’30 del secolo scorso. Nel 1934, infatti, una nota azienda farmaceutica lanciò sul mercato un integratore di vitamina C.

Sull’etichetta del prodotto veniva sottolineato il ruolo della vitamina C nella sintesi della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di ricompensa cerebrale e nella regolazione del ciclo sonno-veglia, favorendo uno stato di vigilanza e attivazione. Per decenni, questa tesi non è stata messa in discussione dalla comunità scientifica.
Successivamente, però, si è chiarito che la vitamina C contribuisce alla sintesi della dopamina solo in caso di assunzione eccessiva. È importante ricordare che il fabbisogno giornaliero di acido ascorbico è di circa 75 mg per gli uomini adulti e 60 mg per le donne, con un incremento consigliato durante gravidanza e allattamento.
Cosa dice la scienza sull’impatto della vitamina C sul sonno
Numerose ricerche condotte negli ultimi anni sull’influenza della vitamina C sul sonno hanno dimostrato che non esiste alcuna correlazione significativa tra l’assunzione serale di questa vitamina e un peggioramento della qualità del riposo. Per arrivare a queste conclusioni, gli studiosi si sono avvalsi anche di tecniche avanzate come la risonanza magnetica.

I dati raccolti smentiscono dunque il luogo comune secondo cui la vitamina C sarebbe nemica del sonno, invitando a valutare sempre le affermazioni popolari con il supporto della scienza. Al contrario, la vitamina C favorisce la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno-veglia e che viene sintetizzato quando la luce diminuisce, facilitando l’addormentamento.
In questo processo sono coinvolti anche altri micronutrienti, come il magnesio e le vitamine del gruppo B (B1, B6 e B9). Pertanto, salvo diverse indicazioni da parte di un nutrizionista o del medico, non vi sono controindicazioni all’assunzione serale di vitamina C. Come sempre, la chiave è la moderazione e il rispetto delle dosi consigliate.
Come preservare le proprietà nutrizionali degli alimenti con vitamina C
La vitamina C può dunque essere considerata un alleato anche per il sonno. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione a come si conservano e si preparano gli alimenti che la contengono. Essendo una vitamina termolabile, è importante evitare temperature elevate durante la cottura. Frutta e verdura ricche di vitamina C dovrebbero essere conservate nel cassetto apposito del frigorifero per mantenere intatte le loro proprietà.

Quando si consumano alimenti vegetali freschi e ricchi di vitamina C, è consigliabile mangiarli il prima possibile dopo la raccolta. Nel caso di frutta e verdura con la buccia, se di origine biologica, è preferibile non sbucciarli, poiché la buccia è una preziosa fonte di nutrienti.
Per quanto riguarda le verdure a foglia verde, è utile immergerle in acqua bollente per un solo minuto: questo passaggio aiuta a eliminare l’ossigeno e limitare la perdita di vitamina C. Un altro suggerimento utile è quello di non superare mai i tempi di cottura necessari per ottenere una consistenza “al dente”.
I rischi dell’eccesso di vitamina C
Abbiamo già accennato agli effetti di un eccessivo apporto di vitamina C e al suo impatto sulla sintesi della dopamina. Ma quali altri rischi comporta un sovradosaggio? Un’assunzione eccessiva di acido ascorbico, spesso dovuta a un uso improprio degli integratori senza il supporto di un esperto, può avere ripercussioni negative, in particolare sulla salute renale.

I reni, infatti, possono essere soggetti a disturbi dolorosi come la formazione di calcoli renali. Inoltre, un eccesso di vitamina C può favorire l’accumulo di ferro nell’organismo, poiché ne facilita l’assorbimento, con possibili conseguenze gravi come lo sviluppo di cirrosi epatica o diabete.
Da tutto ciò emergono due importanti lezioni: la prima è quella di valutare criticamente i miti alimentari, affidandosi alle evidenze scientifiche più aggiornate; la seconda è di rispettare sempre le dosi giornaliere raccomandate, anche quando si tratta di nutrienti noti per i loro benefici.