Quando si parla di PH, il pensiero corre subito alla pelle e ai tradizionali saponi neutri. Tuttavia, il PH è un parametro fondamentale anche per valutare l’acidità o l’alcalinità di un terreno: in questo contesto, la scala di riferimento va da 0 a 14, dove valori inferiori a 6 indicano un terreno acido, mentre valori superiori segnalano una tendenza all’alcalinità.
Acido o alcalino?
Il valore neutro del PH è rappresentato dal 7, che si trova esattamente a metà della scala. A seconda delle specie vegetali, anche una piccola variazione tra 0 e 14 può fare la differenza tra una coltivazione rigogliosa e una che fatica a sopravvivere. Per questo motivo, può essere necessario correggere il PH del terreno aggiungendo materiali come la calce o la torba.

La calce, in particolare, tende a rendere il terreno più alcalino, mentre la torba contribuisce ad aumentare l’acidità. In generale, un terreno con un PH compreso tra 6,5 e 7,3 rappresenta una soluzione equilibrata, adatta alla maggior parte delle piante, a meno che non emergano esigenze specifiche.
È comunque consigliabile dotarsi di un misuratore di PH, facilmente reperibile nei negozi specializzati in giardinaggio e agricoltura, per monitorare costantemente le condizioni del terreno. In questo modo, si può intervenire tempestivamente con le correzioni necessarie, assicurando alle piante l’ambiente più adatto alle loro esigenze. Ogni specie vegetale, infatti, richiede condizioni particolari e rispettarle è fondamentale per ottenere risultati soddisfacenti.
I nutrienti giusti
Se, ad esempio, si desidera coltivare asparagi, è importante sapere che prediligono terreni alcalini, anche se possono tollerare PH fino a 6. Tuttavia, se il terreno è troppo acido, la crescita degli asparagi sarà compromessa e sarà necessario intervenire rapidamente per ottenere un raccolto abbondante. È fondamentale osservare attentamente i segnali di sofferenza, come l’arresto della crescita o il cambiamento del fogliame.

Tra le piante aromatiche, il mirto è un esempio di specie che ama i terreni acidi, preferendo un PH compreso tra 5 e 6, mentre il mirtillo richiede valori ancora più bassi. Se si desidera coltivare più piante nello stesso spazio, è fondamentale scegliere varietà con esigenze simili in termini di PH e nutrienti.
Basilico e mirto, ad esempio, possono convivere senza problemi e svilupparsi in modo sano. Se invece si vuole aggiungere il rosmarino, è meglio riservargli un terreno più alcalino, con un PH intorno a 8. Coltivare insieme piante con esigenze molto diverse può portare all’arresto della crescita o addirittura alla morte di una delle specie. Ma da cosa dipende il PH del terreno?
Da cosa dipende il PH e come inficia sulle piante
Per capire perché un terreno sia più acido o più alcalino, bisogna considerare la sua composizione e i processi che lo hanno formato nel tempo, coinvolgendo anche aspetti geologici. In sintesi, i terreni acidi si trovano più frequentemente in zone montane o umide, mentre quelli alcalini sono tipici di aree aride o calcaree.

Il PH influisce direttamente sulla disponibilità dei nutrienti nel terreno: se il valore non è adeguato alle esigenze della pianta, la crescita può arrestarsi o risultare compromessa. Le piante che necessitano di ferro, ad esempio, si sviluppano meglio in terreni alcalini, mentre potassio e fosforo sono più facilmente assorbibili in suoli acidi.
Un terreno leggermente acido, in linea di massima, permette di coltivare una gamma più ampia di piante rispetto a un terreno fortemente alcalino. Tuttavia, la crescita delle colture dipende da molteplici fattori, tra cui il PH, ma anche la disponibilità di acqua, la luce solare e la presenza di altri elementi nutritivi.
Altri elementi importanti per le piante
L’irrigazione rappresenta un aspetto cruciale per la salute delle piante, quasi quanto la qualità del terreno. È importante che sia ben bilanciata: una quantità insufficiente d’acqua può causare disseccamento, mentre un eccesso può favorire la comparsa di malattie fungine e marciumi radicali, dannosi per le colture.

Anche la concimazione va eseguita con attenzione, preferibilmente nelle prime fasi di crescita delle piante, per poi ridurla man mano che si sviluppano. Elementi come azoto, calcio e altri nutrienti sono generalmente presenti in quantità sufficienti, ma se necessario possono essere integrati seguendo scrupolosamente le indicazioni riportate sui prodotti specifici, evitando eccessi che potrebbero risultare dannosi.
Per realizzare un giardino domestico non è indispensabile essere esperti o avere conoscenze approfondite di geologia. È però importante informarsi sulle necessità delle piante che si vogliono coltivare, così da offrire a ciascuna il terreno più adatto e favorire una crescita sana e costante. Pratiche come la sarchiatura e la pacciamatura restano comunque utili e spesso consigliate per mantenere il terreno in salute.