Con il passare degli anni, ogni cosa è soggetta a trasformazioni, e questo vale anche per il mondo del risparmio. I libretti postali, una delle forme di investimento più longeve in Italia, hanno attraversato numerose fasi di cambiamento per adattarsi ai tempi e alle innovazioni tecnologiche. Ma quale valore possono avere oggi i vecchi libretti postali? Continua a leggere per scoprirlo!
I libretti postali: una panoramica
Tra i vari strumenti di risparmio a disposizione dei cittadini nel corso dei decenni, i libretti postali si sono distinti come una soluzione affidabile, accessibile e garantita dallo Stato. Il loro successo è legato soprattutto alla facilità d’uso e al rischio contenuto che li caratterizza.

Questa tipologia di investimento consiste nel depositare una parte dei propri risparmi su un conto nominativo, ricevendo in cambio un interesse annuo, generalmente di entità modesta. Non c’è da sorprendersi: nel mondo degli investimenti, il tasso di interesse è solitamente proporzionale al rischio sostenuto.
Maggiore è il rischio di perdita, più elevato sarà il tasso d’interesse offerto, e viceversa. Poiché i libretti postali sono strumenti a basso rischio, offrono rendimenti contenuti. L’apertura di un libretto postale è estremamente semplice e, nella maggior parte dei casi, non comporta spese. Inoltre, durante la validità del contratto, il titolare può continuare a versare nuove somme o prelevare quelle già depositate, secondo le proprie necessità.
Come funzionano i libretti postali?
Come già accennato, l’apertura di un libretto postale è un’operazione rapida e priva di costi onerosi. Per attivare un libretto, è sufficiente recarsi presso lo sportello postale con la documentazione richiesta, come un documento di identità e il codice fiscale, se si è maggiorenni.

Una volta completate le formalità, sarà possibile effettuare versamenti e prelievi in base alle proprie esigenze, rispettando le condizioni previste dal contratto. La durata dei libretti postali può variare, ma ogni anno viene corrisposto un interesse secondo le condizioni stabilite al momento dell’apertura.
Gli interessi maturati sui libretti postali sono soggetti a tassazione: di norma, viene applicata una ritenuta fiscale del 26%. Si tratta di informazioni generali che possono variare in base alle specifiche situazioni. Per dettagli più precisi, è sempre consigliabile rivolgersi al personale specializzato disponibile presso le filiali postali.
Le tipologie di libretto postale
Esistono diverse tipologie di libretti postali, pensate per rispondere alle esigenze di un’ampia platea di utenti. Il libretto ordinario rappresenta la versione più tradizionale: le operazioni vengono effettuate direttamente presso l’ufficio postale e, al momento della sottoscrizione, viene consegnato un libretto cartaceo al titolare.

Negli ultimi anni si è diffuso il libretto smart, ovvero digitalizzato. In questa versione, tutte le operazioni possono essere gestite online tramite un’app dedicata o attraverso il sito ufficiale, offrendo all’intestatario maggiore autonomia e un controllo costante su saldo e movimenti.
Un’altra variante è il libretto postale per minori, pensato per bambini e ragazzi sotto i diciotto anni. Questo tipo di libretto può essere aperto dai genitori o da chi esercita la patria potestà, che ne gestiranno le operazioni fino al compimento della maggiore età del titolare.
Quanto possono valere i libretti postali antichi?
Quando si parla di libretti postali antichi, si fa riferimento a documenti cartacei risalenti anche a molti decenni fa. La domanda che spesso ci si pone è: “Qual è il valore dei vecchi libretti postali?” Ecco alcuni chiarimenti. Se il libretto non è mai stato riscosso, in alcuni casi è ancora possibile richiederne la liquidazione.

È importante, però, essere consapevoli dei limiti temporali: se il libretto è inattivo da oltre 10 anni e presenta un saldo superiore a 100€, potresti non avere più diritto a recuperare le somme depositate, in quanto potrebbero essere state devolute al Fondo Dormienti.
Se invece possiedi un libretto particolarmente antico, magari risalente a più di un secolo fa, è probabile che abbia perso il valore economico legato al saldo, ma potrebbe acquisire un valore collezionistico. In base all’anno di emissione, allo stato di conservazione e ad altri fattori, il suo valore per i collezionisti può variare da pochi euro fino a diverse centinaia di euro.